
E io qui vorrei saper raccontare lo scorso week-end passato a Genova causa ragioni familiari non allegre, che riguardano il corso della vita, e cioè l’ordine naturale delle cose.
Ma la verità è che il corso della vita a volte mi spaventa, così come ogni volta a Genova mi spaventa mettermi sul balcone di casa di mia zia e guardare la città dall’alto: vertigini a parte, Genova dall’alto è statica, e anche il mare mi sembra immobile.
L’altra verità è che lì c’è una parte delle mie origini, e le origini non si cancellano. Ed è giusto così, a ben vedere non ho mai pensato di cancellarle. Certo rimane il fatto che Genova non mi piace.
Oggi sono in preda alla reise fever, che non so nemmeno come si scriva, fra un po’ di giorni devo prendere un aereo e già sono agitata, maledetta paura che più invecchio e più aumenta.
In questi giorni la concentrazione non so più cosa sia, le cose che potevo le ho rimandate a settembre, la casa è un caos, le pile di cose da mettere a posto mi sommergono, mi ha fatto innervosire la cassiera al supermercato perché è una maleducata, devo ricordami di prenotare il pagamento della terza rata dell’inps per metà agosto, che solo a pensarci mi viene male, per fortuna che dopo la terza rata ne mancheranno solo altre tre, domani devo assolutamente finire di scrivere quel documento di lavoro che solo a pensarci mi viene la nausea, e poi c’è la scorta di mangiare dei gatti che devo assolutamente comprare prima che il negozio dietro l’angolo chiuda ecc ecc.
Mi pare stia arrivando il temporale. Ottimo: stanotte si dorme.
Uhm, vedo che il pessimo umore non è passato.
RispondiEliminaArrivano due temporali, non uno... ;-)
Se può esserti di conforto, in frangenti come i tuoi mi stresso da morire, a parte i rari casi che riesco a mantenermi freddo e concentrato, ed allora volo sulle rotaie come un treno merci di quelli pesanti, e chi mi ferma?, ed ogni risultato ottenuto, ogni incombenza effettuata mi da' un po' d'energia in più per affrontare le altre, e la smettiamo con queste virgole, ché non siamo Saramago?
Detto ciò:
a) fai un bel respiro... Ancora... Ancora...
b) a me piace volare. M'inquieta, e figuriamoci, ma al contempo mi diverte.
c) e mi piace anche Genova. Però non ci sono nato.
Ok. Rimbocchiamoci i mouse. Parte Miscion Impossibol 3,14.
RispondiElimina1) La cassiera del supermarket non è una maleducata: è una GRAN maleducata. La prossima volta tu distrai i commessi e io faccio sparire dieci scatole di Whiskas, così risolviamo anche l'altro problema. Ma in fondo, che ce ne cale della cassiera?
2) Prenota subito il pagamento della III rata dell'INPS. Lo so che avere con i bancari fa perdere fiducia nella bontà degli uomini, però ti tocca. Fatto quello, sei a metà dell'opera.
3) La casa è un caos, d'accordo, ma un caos artistico. Un'installazione semipermanente. Uno specchio di te stess... Ok, smetto. Passami la scopa.
4) Il documento di lavoro te lo scrivo io, che ci vuole...
...
...
(Con quante 'c' si scrive documento?)
Su col morale, IalwaysI.
Uao, una Genovese a cui non piace Genova e vive a Milano... insomma preferisci Milano? Curioso, di solito chi nasce al mare non può starci senza...
RispondiEliminaziby, grazie! ciò che mi stressa è appunto quando mi sembra di girare a vuoto senza riuscire a concludere nulla. intanto ho iniziato a scrivere il documento, che se lo scrivi tu non lo fai come dico io e poi mi tocca rifarlo :)
RispondiEliminae nel frattempo respiro, spero di non andare in iperventilazione!
ingenorton, a genova non ci sono nata e non ci ho nemmeno mai vissuto. una parte della mia famiglia proviene da lì.
RispondiEliminaUhm. Relax, breath and take it easy ;)
RispondiEliminaLeela
è un po' come quando c'è mare mosso e non si vedono i piedi...
RispondiEliminaProviamo con le minacce.
RispondiEliminaE allora, l'hai scritto quel documento? Guarda che se non lo finisci entro le 15 lo scrivo io...
Ah, dunque non sei di Genova (coi suoi spigoli micidiali).
E' che quando si vedono le cose tutte insieme si rischia la crisi di panico.
RispondiEliminaLo so, anche a me capita, (di solito in piena notte, grr).
Meglio tradurre le paturnie in perline, infilarle in una collana e poi sfilarle UNA ALLA VOLTA.
Sai, ho avuto certi scossoni ultimamente che mi hanno parecchio scombussolata. La tecnica della perlina mi ha giovato, non è che sia granchè ma meglio di un cazzotto nello stomaco ogni volta che pensi ai casini...
Prova, al massimo ti ci decori un bikini...
lory, ci sto provando... :)
RispondiEliminaqwe, e sei dove non tocchi e l'onda ti travolge
ziby, ho il piacere di informarti che le tue minacce funzionano: l'ho finito. adesso ho un'altra cosa da scrivere, entro un'ora la finisco, promesso ;)
cristina, di questi tempi, rischierei di mettere su una fabbrica di bikini perlinati... ma sai che forse non sarebbe una brutta idea?
RispondiEliminauna cosa alla volta, e brava la saggia-cri che ti dà i consigli giusti.
io per esempio non avrei iniziato dal documento...
ma avrei atteso la prossima maleducazione della cassiera per un po' di sano sfogo formativo :-)
Io non sopporto la Liguria, figuriamoci Genova...
RispondiEliminaPero' i genovesi mi stanno simpatici.
ma la lista di cose da fare prima di partire per ...?
RispondiEliminachissà che il temporale non abbia lavato via un po' di tensione.... :)
RispondiEliminabeba, infatti: tu sì che sai dare la gusta priorità alle cose. :)
RispondiEliminabudo, ribadisco il concetto: non sono genovese.
uno, per le vacanze! ma che domanda!!
platypus, il temporale no c'è mai stato. c'era un vento allucinante, ero certa del temporale, ma mi ero sbagliata. ecco,a volte mi sbaglio.
Potremmo autotassarci e regalarti uno di quegli orologi al quarzo che segnano quanto tempo manca a...
RispondiEliminaIn questo caso, la tua partenza per le vacanze.
Magari però ti innervosirebbe... ;-)
Dai, dai, abbiamo tutti le ultime incombenze prima di lasciare le città per il sospirato riposo: io p.es. ho faticato una buona oretta per risistemare il programma del lettore mp3 :-).
No Ziby,
RispondiEliminanon tutti vanno in ferie.
C'è chi si è già bruciato la settimanina e vi guarda partire con una certa dose di invidia e malinconia.
Pazienza.
ziby, grazie del pensiero, ma penso di essere già sufficientemente nervosa senza l'orologio.
RispondiEliminanon ho il lettore mp3, quindi ho una cosa in meno da fare :)
cristina, a me mette una certa malinconia anche partire.
RispondiEliminabeh, lo capisco.
RispondiEliminaCome capisco la paura di volare, la difficoltà di adattarsi e il cumulo di impegni non assolti che azzannano alla gola.
Ma siccome lo capisco, sappi che ti sono vicina.
Potresti aver di meglio, lo so. Accontentiamoci, via.
ciao.
grazie, davvero.
RispondiEliminae non ti dico che mi fai commuovere, perché sono una "dura" che certe cose non le dice!
Partire è un po' come rinascere.
RispondiEliminaP.s. Avevo capito che non eri genovese. Era solo una mia considerazione.
Buon viaggio e cerca di trovare nuove energie
uhm, si vede che sono esaurita, eh ;)
RispondiEliminaps: però adesso non dirmi che sono i milanesi a esserti antipatici!
Lo dico sottovoce: non vado pazzo per i veneti...
RispondiEliminaIo non vado pazza per il fegato e le radici amare.
RispondiEliminaNo, per dire dei gusti differenti.
cacchio, li' c'ho mangiato.. e pure bene
RispondiEliminasono le radici confuse ...
RispondiEliminaIo a Genova non ci sono nato ma ci vivo da una vita e a me piace ...ma Genova è una città difficile o la ami o la odi non ci sono vie di mezzo...
RispondiEliminaL’ultima luce
I passi si inseguono posandosi
su ciappe consunte mentre la mente
vaga lontana cercando di mettere
a fuoco la tua immagine.
Non conosco i tuoi pensieri
e, quasi, non ricordo il tuo viso.
I tuoi occhi non riflettono
la luce opaca di Genova:
sembrano vedere il mare
per i suoi colori
mentre i miei, da sempre,
vedono il volo triste dei gabbiani
e le navi allontanarsi,
in una scia di fumo.
Come intorpidito
esco dal ventre lurido
della città di notte.
L'odore della metropoli
mi rimane dentro,
s'aggrappa ai ricordi
e mi ferisce al cuore.
Credevo di trovare
la luce tenue del mattino,
o la foschia dell'alba.
Invece, ancora nel buio,
scorrono le vestigia di questa Genova
che mi avvolge come un grembo materno.
Penso a quando ti rivedrò, cerco la luce, il mare.
Starò peggio, sarà ansia e dolore.
Sarà una gogna, e quasi ne sorrido,
perché ho bisogno d'ironia
se la felicità è un lusso
che non mi è concesso avere.
Sederemo vicini su quella scogliera
che argina il mare.
Ma non ti dirò il mio passato
né svelerò il mio segreto,
guarderemo lontano anche quello
che possiamo solo immaginare,
perché da qui possiamo vedere
la morte del sole e sentirne il freddo strisciante,
e da qui, stringendo gli occhi contro l'ultima luce,
posso guardare il tuo viso,
imprimerlo nella mia mente
perché sia reale e non si perda
fugace nell’oblio di un soffio caldo
di lenzuola cincischiate.
un bacio
Mauri