In una serata estiva, lei sta tornando a casa a piedi. E’ un po’ tardi, ma è estate e c’è ancora tanta gente in giro, e sono solo quattro passi, e poi siamo in pieno centro a Roma, e oltretutto adesso per le strade c’è molta polizia in giro.
Lei è tranquilla, quei quattro passi notturni che la portano a casa li ha fatti mille volte. Incrocia due ragazzi che le chiedono una sigaretta, lei senza fermarsi e senza farci troppo caso risponde “mi dispiace le ho finite”, e prosegue con passo spedito, che lei è una che cammina sempre in fretta.
Dopo qualche minuto, o forse qualche secondo, vigliaccamente arrivano, da dietro: il colpo sulla testa, lo spintone contro il muro. Poi il black-out.
Lei è fortunata, se l’è cavata con dodici ore sotto osservazione in ospedale, qualche punto alla nuca e sul viso, lividi e dolori ovunque che nel giro di una settimana passeranno.
Le hanno portato via la borsa, ma ai tempi del plastic-money, cosa speri di trovarci un una borsa, a parte – se ti va bene - cinquanta euro e un cellulare che, se non è scassato, può immediatamente essere bloccato?
Questa bella storia è successa qualche sera fa a una mia amica di Roma, nel bellissimo clima di maggior sicurezza che il nuovo governo dice di voler garantire. Una pseudo-sicurezza che ha dato il via libera alla violenza gratuita, generando un clima di odio e di violenza che altro non fa che generare ulteriore odio e violenza.
E i vigliacchi, stranieri o non stranieri poco importa (in questo caso specifico non si sa), che fracassano la testa a una donna per rubarle la borsa, oppure per emulare i veronesi e vendicarsi perché lei è senza sigarette, nel frattempo girano tronfi: adesso si sentono i padroni del mondo.