giovedì 31 maggio 2007

o così o così



Ho dovuto tirare fuori le unghie, cosa che non sono abituata a fare, e che per me è tutt'altro che semplice.

Mi sono detta: su questa cosa stavolta non mollo, la voglio come dico io, non transigo, non tratto, e non scendo a compromessi. O così o così.

Ho corso il rischio, e ho incassato una vittoria. Credo che prima o poi la pagherò, ma intanto me la godo, la vittoria.

E adesso vado a tagliarmi le unghie, per un po’ le lascio corte. Ho finalmente capito che, al bisogno, ricrescono.



domenica 27 maggio 2007

Toh, senti chi parla

 

Ovvero come riprendere a parlare dopo trentasei ore di silenzio

 

la ricetta è semplice. E infallibile.

Al calar della sera, non si perda tempo a cucinare, che tanto non se ne ha voglia, e malgrado la pigrizia, con la scusa del “bisogna pur mangiare”, si esca a cena.

Si pensi a qualcosa che si avrebbe voglia di fare, che richieda una progettazione accurata e che rientri nella sfera di interesse o dei talenti del commensale: se si tratta di un architetto, si può pensare alla ristrutturazione della casa.

Ovviamente si può decidere prima il tema del progetto e il commensale di conseguenza.

E poi, fra un boccone e l’altro, via alla progettazione, nei minimi particolari, ché le cose vanno fatte bene. Poco importa se non si prevede di realizzarlo a breve, il progetto, o se si sa che non lo si realizzerà mai. Anzi, è meglio così, la progettazione funziona meglio.

Al terzo bicchiere di vino non solo hai la casa dei tuoi sogni, ma hai recuperato la voce.





venerdì 25 maggio 2007

lagna


Oggi non sono riuscita nemmeno ad arrabbiarmi, non sono nemmeno riuscita a dire a chi di dovere che la cosa era completamente sbagliata. Ho deciso di rifarla, in silenzio.

Ho pranzato da sola, che avevo voglia di leggere il giornale; il cellulare è spento da stamattina. Ho ospiti in casa, ma non oso pensare alla serata di chiacchiere che mi aspetta.

Però, a Roma fino a ieri, mi sembra di non aver mai smesso di parlare, si vede che ho esaurito le parole.

E ho voglia di muovermi verso qualche altra destinazione, meglio se ignota. Penso al mondo arabo, così, pour penser.


domenica 20 maggio 2007

rubinetteria

tap_1


 Il rubinetto si è definitivamente rotto, e l’idraulico di fiducia ora vive fra la seconda casa al mare e la terza in campagna. Agenda sottomano, mi preparo a lanciare il SOS agli amici del sesso forte, che aggiustare i rubinetti non è roba da donne.


Prevedibili esiti:


Il “per te farei qualsiasi cosa, lo sai”: non preoccuparti, ci sentiamo nei prossimi giorni e te lo aggiusto io, e già che ci sono ti aggiusto anche quella maniglia che si è rotta due anni fa.

Lo sfaticato: te l’ho sempre detto, che con la mania che hai di chiudere i rubinetti con forza manco fossero i portelli di una diga, prima o poi li avresti rotti.

L’ansioso: stai attenta, che se per caso si intasa lo scarico del lavandino poi ti si allaga la casa e magari fai una macchia nel soffitto del vicino di sotto e poi ti tocca pagargli i danni

L’ambientalista: Scusa, il rubinetto perde e te ne stai al telefono? Hai idea della quantità di acqua che sprechi?

Il “ogni occasione è buona per tentare di sedurti”: sai che saresti davvero sexy mentre cambi il rubinetto?

L’esteta: è meglio se li cambi tutti, i rubinetti devono essere tutti uguali, e comunque non è bello avere un rubinetto nuovo e gli altri vecchi.

Il megalomane: già che ci sei, potresti anche ristrutturare la cucina.

Lo zen: rilassati, respira dieci volte profondamente, pensa che l’acqua che scorre è comunque energia positiva...

L’ex-marito: te lo aggiusterei volentieri, ma sai, la mia nuova fidanzata ventenne è gelosa di te.

Il comunista: gli idraulici hanno fatto bene a smettere di fare gli idraulici, finalmente non si fanno più sfruttare dal sistema capitalista.

L’ingegnere: è il tipico problema dei rubinetti, basta che all’interno si consumino di 0,0001 mm, e perdono. E bisogna inoltre tener conto che certe leghe hanno sempre una durata di 1,0001*n% inferiore alle previsioni.

Il risparmiatore previdente: conosco un negozio all’ingrosso a soli 50 km da casa tua dove i rubinetti costano la metà, però ne devi comprare tre, e così quando si rompe un altro hai già quello di scorta a portata di mano.

Il fidanzato: non sai quanto mi dispiace, è meglio se stasera ceniamo da me.

 

 

Voglio bene a tutti, ma il problema del rubinetto mi sa che faccio prima a risolverlo da sola.


giovedì 17 maggio 2007

il raffinato umanista

Oltre a una laurea in filosofia o storia o lettere, è un pozzo di cultura, e ogni momento è buono per fartelo notare.

E’ convinto che la matematica sia inutile; se malauguratamente tu, con la matematica, ci vai d’accordo, sei più arida del sahara.

Litiga con il pc ogni volta che lo accende, ma la colpa è dell’editor di testo (non usa altri sw) che è ideato male, e anche di chi ha scritto le istruzioni, che non sa scrivere in modo comprensibile. Anzi, chiunque scriva le istruzioni di un qualsiasi aggeggio elettrico-elettronico, è un completo analfabeta.

Non ha il cellulare, perché tanto la segreteria telefonica del fisso basta e avanza, e poi mica si deve essere sempre reperibili. Ma quando ti chiama, ti chiama sul cellulare, e si incazza se trova spento.

E’ più di sinistra di bertinotti, e chi legge qualcosa che non sia il manifesto, è di estrema destra.

Non ha mai fatto mezzo sport, perché stanca. Non ha mai stirato una camicia, perché anche questo stanca. Certo non va in giro spiegazzato, ha quasi cinquant'anni ma le cose gliele stira mammà (ovviamente non ha mai trovato una donna che fosse capace di stirargliele).

Pensa che lavorare più di quattro ore al giorno sia un reato, per sicurezza lui ne lavora tre. 


 

(continua, forse)






martedì 15 maggio 2007

non c'è un motivo

Dopo una notte infernale causa insonnia senza motivo apparente, la giornata oggi deve essere all’insegna del “think positively”. Per iniziare in bellezza penso alle cose di cui NON ho assolutamente paura: perdermi in città che non conosco, le novità, sbagliare.

 

E i gatti fino a poco fa erano inquieti causa temporale-apocalisse che stava per scatenarsi nei cieli milanesi, sguardi diffidenti e strani movimenti per casa. Adesso si sono calmati, e il temporale non è mai arrivato.

domenica 13 maggio 2007

perditempo

Ti si prospetta una pessima domenica: devi per forza lavorare e non ne hai voglia, non ne hai voglia, non ne hai voglia, non ne hai voglia.

 

Ti svegli di buon'ora ma passi alla larga dal pc, e prima di accenderlo sbrighi una serie di faccende casalinghe che detesti e che potresti comunque evitare.


Quando poi finalmente accendi il pc, ti ingegni a trovare attività completamente inutili per perdere ulteriore tempo navigando su siti vari. Ecco un breve elenco, eventuali suggerimenti sono ovviamente ben accetti.

 

- Sui siti delle compagnie aeree, inventarsi le destinazioni più svariate e sbizzarrirsi a guardare i prezzi e a confrontarli;

- Sui siti giornalistici, leggere la stessa notizia e vedere le differenze;

- Scegliere una determinata notizia sull’italia e vedere se e come appare sui siti della stampa estera;

- Fare una ricerca con nome+cognome di persone che hai perso di vista e per vedere che ne è di loro;

- Leggere le recensioni di libri che hai già letto;

- Scegliere tre alimenti a caso e cercare le ricette culinarie che li contengono tutti e tre.






venerdì 11 maggio 2007

paure superflue

aereo



Ci sono paure del tutto superflue ma a cui non si riesce a rinunciare, e che ogni volta che ci tocca affrontarle è uno sfinimento. Le mie sono:

 

1)      andare in aereo (soprattutto il decollo);

2)      parlare a una platea di persone sconosciute.




(n.d.r. la paura degli aerei, e di conseguenza questo post, prendono ispirazione dagli aerei che volano bassi, a proposito dei quali ho letto qui)







mercoledì 9 maggio 2007

i medici scrupolosi

Il giorno dopo l’avventura in bicicletta mi sveglio con la mano a mo’ di melanzana: gonfia e viola. A parte la questione estetica, il dolore è insopportabile, e il mio buon senso mi dice che è il caso di farla analizzare da chi se ne intende.


In ospedale mi fanno ben tre radiografie, mentre aspetto l’esito mi richiamano, e me ne fanno altre due. Non contenti, mi chiamano una terza volta, e mi radiografano la mano ancora due volte.  Per poi dirmi: è tutto a posto. (Preferisco non pensare al bombardamento di raggi X che ho subito).

 

Però non ho capito se certi medici sono favolosamente scrupolosi o se, più semplicemente, non sanno leggere le radiografie.


domenica 6 maggio 2007

Pedalare è da fighi

 

Visto il sole, stamattina decidiamo di sgranchirci le gambe e fare una salutare pedalata nel parco del Ticino. Vogliamo essere fighi, quindi l’obiettivo minimo è 60 km. Peccato che attorno al km 10 io voli giù dalla bicicletta.

Mi faccio un po’ male ma non mi rompo niente, alla bicicletta si rompe qualcosa nell’aggeggio che fa cambiare le marce, e lui è uno squinternato imprudente che ovviamente non ha con sé nemmeno un cacciavite.

Però troviamo persone previdenti, nonché diverse da quella di cui al post precedente, che mi sistemano la bicicletta. E io penso “oh, che divertente”, cadere in bicicletta ti porta a conoscere gente non stronza e non stupida, mi torna il buon umore (o forse mi prende la follia): decido che non voglio smettere di essere figa e che possiamo proseguire.

 

Adesso che sono a casa lavata e mangiata e rilassata la gamba destra è diventata viola e non mi regge il peso, la mano destra fa un male atroce e si sta gonfiando a vista d’occhio (ho già avuto precedenti rotture di mano e conosco l'andazzo, la cosa mi piace poco).

 

E io sono un po' meno figa di quanto pensassi, ma sono mancina e allora non vi risparmio questo post.


giovedì 3 maggio 2007

L'auto non parte, mi aiuti?

Lo scenario: una sera tranquilla, un posto tranquillo, atmosfera rilassata, senza fretta, l’unico impegno è quello di raggiungere alcuni amici, lui è nella macchina ancora posteggiata e, con calma, sta scegliendo un CD da ascoltare durante il tragitto.

 

Il fatto: si avvicinano due ragazzi giovanissimi, la loro macchina è parcheggiata a fianco della sua, si capisce che non riescono a farla partire, chiedono se può aiutarli perché la batteria si è scaricata causa luci dimenticate accese. Chiedono se possono “collegare” le batterie con il cosiddetto “cavo” (perdonatemi non conosco i termini tecnici), operazione che a quanto pare dura poco più di un quarto d’ora.

 

La reazione: lui non ha la minima voglia di fare il soccorritore stradale di giovani distratti, dice ai ragazzi che se ne sta andando, finisce di scegliere il CD e poi se ne va, tanto i ragazzi sono anche forti, e se non trovano qualcun altro che gli presti il cavo possono senz’altro spingere l’auto.

 

Le mie segghemmentali: sono convinta che “non aver voglia di” sia un sacrosanto diritto. Ma sono altrettanto convinta che, in circostanze come questa che ho descritto, esimersi dal fare ciò che ci viene chiesto sia immorale. O forse il problema è mio, che sono rigida e sopravaluto i doveri rispetto ai diritti?

 

(certo, senza dubbio è meglio pensare ai tropici)


mercoledì 2 maggio 2007

Filosofia tropicale

tropics

 

Visto che la voglia di dedicarmi al fancazzismo sta raggiungendo le stelle, nei miei sogni e desideri neanche troppo reconditi mi viene in mente una cosa che mi è arrivata dai tropici tempo fa.

 

In un paese tropicale, due tizi se ne stanno beatamente sdraiati sulle rispettive amache, all’ombra delle palme.

Il primo chiede all’altro: - Scusa, hai per caso a portata di mano qualche medicinale contro il morso della tartaruga?

L’altro: - Perché, sei stato morso da una tartaruga?

Il primo: - Non ancora, ma la vedo che si avvicina.