non c’è verso, quando non ne ho voglia non ci riesco, non ci riesco, non ci riesco.
E’ andata a finire che ieri mi sono procurata cose più urgenti da fare.
E oggi ho perso la mattinata in una riunione inutile (*) e, per il resto, è stata una giornata da dimenticare: stanchissima, irritabile, cattivo anzi pessimo umore, arrabbiata, scorbutica, nervosa, litigiosa, furibonda, incazzosa, incazzata e, sul far della sera, addirittura piangente.
Però conosco i miei ritmi di scrittura quando ho una scadenza che incombe: produco in media una pagina all’ora. Devo scrivere una quindicina di pagine, quindi in due giornate lavorative ce la posso fare. Scriverò domani e martedì. Mercoledì, che è la data di scadenza, consegno.
Che problema c’è?
(*) lo ammetto, adoro quando in riunione siamo io più cinque uomini oltremodo maschilisti che, loro malgrado, mi ascoltano e finiscono col darmi ragione.
apdeit delle 23.00 circa: racconto al telefono a una persona che mi conosce bene le mie vicissitudini odierne, rendendolo partecipe del cattivo umore e dell'alto indice di litigiosità che hanno caratterizzato la giornata.
ma il commento che ricevo è “tu, quando ti ci metti, sei una rompipalle”.
Forse è il caso di andare e a dormire.